10 consigli utili per cominciare a fotografare il cibo
Con l’avvento dei social e della fotografia digitale, la food photography ha cominciato a svolgere un ruolo primario tra i diversi operatori del settore eno-gastronomico. Food blogger, imprenditori, editori, fotografi, per diverse ragioni hanno cominciato a praticare questo genere fotografico, a volte purtroppo improvvisando un po’. Come tutti gli altri generi fotografici, anche la food photography segue una serie di “regole” e indicazioni che è bene conoscere prima di avventurarsi in questo mondo, con questo articolo cercherò di darvi 10 consigli, utili ai fini pratici, per fotografare il cibo.
1. Apprendete la teoria fotografica di base
Lo so, lo so, vi state chiedendo che consiglio è? Cosa c’entra con la Food Photography? Tantissimo. La fotografia di cibo è prima di tutto fotografia, e per fare buone fotografie è fondamentale conoscere la teoria su cui tutto si basa. È impensabile apprendere una disciplina specialistica senza prima conoscere i concetti cardine.
Dove e come studiare la teoria fotografica
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Avete diverse possibilità. Potete scegliere di frequentare un corso base presso i tanti circoli fotografici presenti sul territorio nazionale. Un percorso formativo che si rispetti deve durare almeno 30 ore con qualche uscita, purtroppo la bravura e l’affidabilità del docente sono sempre una questione di fortuna. Posso però dirvi che chi pretende di spiegarvi in un giorno solo quello che centinaia di fotografi hanno imparato in anni, vi sta ingannando. I corsi che si svolgono nell’arco di poche ore devono essere specifici per determinati argomenti e strategie di scatto, e per seguirli al meglio è necessario avere le idee molto chiare sugli aspetti tecnici essenziali.
Una volta fatto il vostro corso base cominciate ad uscire ed imparate a scattare immagini con tutte le condizioni di luce, e perché no, scattate fotografie di cibo nei mercati, alle fiere o nei negozietti tipici.
Fotografie scattate con luce ambiente senza cavalletto presso un mercato e un ristorante (©Stefania Casali)
2. Pianificate il vostro scatto
In certi casi per avere un buon scatto di cibo la velocità è essenziale, e per essere veloci si deve sapere cosa si deve fare. Se avete un blog, o comunque dovete fotografare una pietanza, decidete prima a tavolino il set, se possibile anche nei dettagli (props, sfondo, tessili, colori etc…). Lavorando in questo modo avrete le idee più chiare, e potrete provare diverse soluzioni e composizioni senza essere colti da dilemmi dell’ultimo minuto, a scapito della freschezza del soggetto (pensate al gelato o ad un piatto di pasta). Se vi aiuta potete creare un layout su carta e fare una check list di tutto quello che vi servirà, tenendo in considerazione eventuali problemi che possono insorgere durante la creazione del set, e risolverli così velocemente.
Lo schizzo della composizione di una fotografia (©Stefania Casali)
3. Usate la luce diffusa, che sia ambiente o artificiale
Per quanto la luce dura sia più drammatica ed evocativa, la luce diffusa è più semplice da usare perché attenua il contrasto della scena, facilitando la gestione delle ombre e delle alte luci (risulteranno più leggibili).
Come posso diffondere la luce?
Se fotografate con luce ambiente potreste non averne bisogno a meno che non siate sotto il sole diretto, infatti in casa, o comunque negli interni, la luce arriva già diffusa, diffondendola ulteriormente rischiate di appiattire completamente l’immagine a scapito delle texture (soprattutto se ancora non avete dimestichezza con la post produzione). L’intensità e la qualità della luce naturale cambia in base al punto cardinale di esposizione, e alla stagione, per questo motivo osservate come i vostri ambienti sono illuminati e fotografate nelle ore e nei momenti che vi sembrano migliori. Se usate le luci artificiali potete utilizzare diffusori auto costruiti, detti scrim (con carta da lucido oppure con frost professionali), diffusori pieghevoli, softbox, octagon, etc.
Naturalmente, nel caso in cui sia richiesto un contrasto molto basso dovrete diffondere anche la luce ambiente. Aumentando e diminuendo la distanza tra il diffusore e il soggetto vedrete che cambierà il grado di diffusione delle ombre, motivo per cui spesso anche con i flash io preferisco usare gli scrim ai modificatori di luce innestati.
Foto con luce molto diffusa, e luce molto più dura
(©Stefania Casali)
4. La luce laterale non ha mai controindicazioni
La food photography è un genere molto adatto al contro luce per via delle texture che vengono esaltate da questo particolare schema di luce, che però è bene ricordare non è adatto a tutti gli alimenti. La luce laterale invece non ha mai controindicazioni, ed è molto più semplice da gestire sia da un punto di vista del contrasto che dei colori. Si dice che la luce laterale satura i colori, perché in questa particolare situazione generalmente tutto ciò che è rivolto verso l’osservatore si trova nel range dei toni medi, quello in cui l’occhio percepisce correttamente il colore. Inoltre delinea bene le forme e le silhouette dei soggetti. Per questo motivo se siete alle prime armi, prima di cimentarvi nel controluce che sottende una maggiore conoscenza nella gestione del contrasto, concentratevi nello schema laterale, vi regalerà dei bellissimi chiaro/scuri.
Fotografie scattate in luce laterale, vedete come le texture vengono comunque esaltate sfruttando il grado di diffusione della luce (©Stefania Casali)
5. Contestualizzate i vostri scatti
Se volete che la comunicazione delle vostre fotografie sia efficace, dovete contestualizzare correttamente i vostri scatti. Una ricetta natalizia non può essere nello stesso set di una torta studiata per la merenda dei bambini, così come un prodotto da colazione non dovrebbe essere immerso in un’atmosfera cupa e drammatica. Per quanto le mode di instagram e dei social in generale vertano su mood cupi, nel mondo commerciale la comunicazione visiva ha regole ben precise che è bene rispettare. Pensate a cosa volete comunicare, un pranzo veloce, piuttosto che un aperitivo o un tè nel pomeriggio, e cercate di scattare con il giusto set e la giusta atmosfera, aspettando l’oraio più adatto se fotografate con luce ambiente.
Una foto natalizia e una che ritrae invece un’ambiente esterno ombreggiato in una giornata di sole (entrambe ottenute con luce flash in studio) (©Stefania Casali)
6. Osservate molto bene il vostro soggetto e scegliete sempre il migliore
Si mangia prima di tutto con gli occhi. Quante volte avete sentito questa frase? Nel campo della food photography è un vero comandamento. Se il fine delle vostre immagini è quello di fare venire l’acquolina in bocca, o sviluppare una determinata ricetta, è importante che il vostro soggetto sia appetitoso e bello da vedere. Perciò se avete fatto molti muffin scegliete quello più bello e meglio riuscito, lo stesso vale per la frutta, e le foglie in generale, che devono essere sempre fresche, con bei colori e turgide. Rendete gradevoli I vostri piatti disponendo il cibo con cura, non come se doveste mangiare ma perchè sia perfetto davanti alla vostra fotocamera. Andando avanti nel tempo vi renderete conto che il food styling prevede tutta una serie di “trucchetti”, che in alcuni casi rendono il cibo non più commestibile, se vorrete intaprendere questa carriera a livello professionale per il commercio è un male che dovrete accettare.
Ogni frutto ed elemento deve essere fresco, colorato, piacevole da vedere (©Stefania Casali)
7. Ogni elemento deve essere riconoscibile
La maggior parte delle persone non mangia ciò che non riconosce, questo è un caposaldo di cui dovete sempre tenere conto quando state per fotografare del cibo. Se chi vede l’immagine non riesce ad identificare velocemente I soggetti che lo compongono, passerà oltre, e per velocemente intendo frazioni di secondo. Salse poco definite, piatti di pasta che galleggiano in intingoli non troppo invitanti, porzioni troppo abbondanti servite senza cura, cibi di colori sospetti con forme che evocano tutto fuorché il cibo, sono tutte situazioni da evitare. Ogn elemento che compone il piatto o la ricetta deve essere ben riconoscibile, con una forma e un colore ben definito e illuminato correttamente.
Un esempio di tutto quello che non dovete fare!, contro un piatto ben gestisto (©Stefania Casali)
8. Scegliete con cura il fuoco e la profondità di campo
Una fotografia in cui l’occhio vaga alla ricerca di un punto a fuoco viene catalogata automaticamente dal nostro cervello come sfocata. Quando non sapete dove mettere a fuoco, mentre state ancora componendo l’immagine e facendo gli scatti di prova, fidatevi del vostro occhio, il primo punto in cui cade l’occhio è generalmente quello in cui bisogna mettere a fuoco. Registrare con attenzione I movimenti che fanno I nostri occhi lungo il frame, è anche un ottimo sistema per capire se la composizione è armoniosa ed efficace, se la vostra attenzione torna sempre su un elemento che non è il soggetto dovrete rivedere l’equilibrio delle masse visive della vostra immagine. Dovete scegliere con molta cura anche la profondità di campo, un’eccessiva sfocatura potrebbe inficiare la nitidezza e togliere importanza al soggetto, ma un’eccessiva porzione nitida potrebbe rendere difficile lo stacco tra I diversi piani dell’immagine. Ogni fotografia deve essere ben analizzata in fase di scatto, non esiste il valore di f/ che si adatta a tutte le occasioni.
La corretta messa a fuoco e la gestione della profondità di campo guidano lo sguardo verso il soggetto (©Stefania Casali)
9. Quando non avete ancora ben chiare le regole della composizione stringete sul soggetto.
Comporre una fotografia non è semplice, comporre una foto di cibo ancora meno. Le regole della comunicazione visiva in ambito eno-gastronomico sono molte, sono complesse, prevedono una serie di conoscenze in diversi ambiti e variano a seconda delle diverse culture. Capite da voi che la materia è complessa, quindi un certo smarrimento quando si inizia è fisiologico. Per semplificarvi il lavoro potete fare foto molto minimal con inquadrature abbastanza strette che focalizzano l’attenzione sul cibo. Fate comunque attenzione, in questi casi la scelta dei giusti colori, della luce (che dovrà essere suggestiva) e la cura nella preparazione del piatto dovranno essere maniacali.
Il close-up semplifica molto la composizione, ma a patto che il soggetto sia all’altezza del ruolo (©Stefania Casali)
10. Non omologatevi, lo stile personale è tutto
Da quando Instagram è diventato un social di riferimento si è verificata una certa omologazione degli stili. Un po’ perchè nella speranza di ottenere lo stesso successo della persona di riferimento si tende a copiare lo stile, un po’ perchè troppo spesso nella post produzione ci si affida a preset che vengono venduti a pochi euro promettendo miracoli. Il talento di un fotografo non si misura in base ai follower di un social, soprattutto se parliamo di fotografi commerciali che devono saper esprimere tutti gli stili e le idee che I clienti richiedono. Il vero talento di qualsiasi artista sono le idee e l’abnegazione e la perizia con cui le materializza.
Due fotografie di food concettuale dove l’espressione dello stile personale è tutto. (©Stefania Casali)
Visto che siete arrivati fino a qui voglio regalarvi un ultimo consiglio bonus, molto importante: guardate il lavoro di fotografi eminenti del settore. Visionare il lavoro dei fotografi di riferimento nella Food Photography vi aiuterà a vedere le cose i maniera diversa, e vi renderete conto che per fare foto davvero belle non serviranno grandi effetti, ma un lavoro ben fatto, dalla pianificazione alla stampa.
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Stefania, ti ho conosciuta in un corso, sempre brava e professionale.
Grazie per i tuoi preziosi consigli.
Pamela
Cara Pamela, ti ringrazio tantissimo 🙂
Fa sempre bene ripassare i fondamentali e tu hai il dono di saperli comunicare. Grazie cara Stefania
Grazie mille cara 🙂
Ho riletto quest’articolo ed ho capito cose che la prima volta non avevo notato. Grazie Stefania perché la ricchezza dei tuoi articoli si percepisce anche da questo
Grazie mille 🙂