info@foodphotographyitalia.it

Sviluppo del negativo digitale

Impariamo ad impostare il pennello di regolazione
15 Ott 2020

Come impostare il pennello di regolazione di Adobe Lightroom

Per molti food photographer, blogger e instagrammer Adobe Lightroom Classic e Adobe Lightroom rappresentano gli unici programmi di post produzione utilizzati. Un po’ per la flessibilità del catalogo, un po’ per la potenza degli strumenti di sviluppo, tanti fotografi realizzano il loro flusso di lavoro solo su questi famosi convertitori di file Raw (negativi digitali). Uno degli strumenti più utili e potenti, presente in entrambe le versioni del programma, è sicuramente il pennello di regolazione, che permette tutta una serie di modifiche puntuali, destinate a valorizzare e sottolineare gli aspetti più significativi di una fotografia.

Nella parte superiore le varie modifiche applicabili, nella parte inferiore le impostazioni del pennello.

Cliccando sul simbolo del pennello, o premendo il tasto K, si apre il pannello che vedete sopra, dove trovate nella parte superiore tutta una serie di modifiche applicabili, la cui intensità viene regolata da cursori, mentre nella parte inferiore ci sono le impostazioni per definire la dimensione, la sfumatura, il flusso e la densità del pennello. Proprio i valori di queste 4 componenti dello strumento segnano spesso la differenza tra una modifica ben fatta, e una (frequentemente) associata ad aloni o comunque con un aspetto che non si fonde bene con il resto dell’immagine.

Vediamo il significato di ogni parametro:

Dimensione: regola la dimensione del pennello. Per avere buone modifiche senza aloni la regola è pennelli grandi e sfumati.
Sfumatura: rappresenta la morbidezza ai bordi del pennello, all’aumentare del valore aumenta la sfumatura, personalmente la tengo sempre al 100%.
Flusso: imposta la quantità di colore (della maschera) che viene applicato con una singola passata, il valore massimo raggiungibile è definito dal livello della densità.
Densità: determina la massima coprenza della maschera, maschere più dense di colore corrispondono a modifiche più visibili, a parità di valore impostato per ogni singolo fattore.

Le ultime versioni del programma prevedono due comodi e validi sistemi per la rifinitura delle maschere, attraverso intervalli di colore e luminanza, ma la loro efficacia è comunque strettamente legata ad una corretta regolazione del pennello.

Tanti fotografi usano flusso e densità al 100%, che sono anche le impostazioni di default del programma, ma trovo che questo sistema provochi correzioni poco gestibili e spesso troppo riconoscibili.

Regolazione del pennello con flusso e densità al 100%

Se la maschera ha la stessa densità su tutta l’area da modificare, spesso si verificano problemi nelle zone dove la correzione dovrebbe essere più leggera. Mettere ad esempio chiarezza o texture, su aree dove sottolineare i dettagli sarebbe deleterio ai fini della lettura della foto, è inutile oltre che dannoso.

Nonostante il pennello grande e sfumato, nelle zone dove le luci sono meno forti si verifica un ingrigimento.

Quindi come regolare correttamente il pennello per evitare aloni (peraltro molto visibili se aumentiamo l’esposizione), ed ottenere modifiche che si accordino perfettamente al resto della fotografia?

Il trucco è nel flusso! Tenere un flusso basso, come ad esempio il 10 o il 20%, permette di insistere nelle zone dove serve una modifica più consistente, e “rimanere leggeri” là dove serve appena un ritocco, senza creare così aloni poco estetici. Creare maschere con densità variabile significa anche migliorare le prestazioni del programma, che con un numero troppo elevato di regolazioni locali potrebbe rallentare drammaticamente (e già Lightroom proprio leggerino non è!)

Regolando il flusso al 20% si evitano aloni e modifiche eccessive dove non servono.

Ok, adesso che so come impostare il pennello, con questo strumento che modifiche devo apportare? Quali sono quelle regolazioni che non vanno usate in maniera indiscriminata su tutta la foto? Questa è una delle domande che mi sento rivolgere più spesso, e in effetti una delle maggiori difficoltà in materia di post produzione non è “come fare” quanto “cosa fare”. Sicuramente l’applicazione di tutte le modifiche che esaltano la nitidezza, quindi texture e chiarezza, non deve essere fatta nello stesso modo in tutta la foto, se no rischiamo di “perdere” il soggetto, così come il dodge and burn e il controllo della saturazione e delle luci.

L’immagine prima e dopo le correzioni applicate con il pennello di regolazione. (©Stefania Casali) Questa immagine, scattata con una lampada al Led auto costruita del costo complessivo di 40 euro, è stata sviluppata interamente in Adobe Lightroom Classic.

Hai delle domande? Scrivi un commento oppure iscriviti al nostro gruppo Facebook. Buona luce!

5 Risposte

  1. Grazie e molto interessante, io sono una di quelle che non so mai fino a che punto spingermi
    Non che faccia foto eccezionali, ma anche se sono mediocri scattando in raw hanno bisogno d’essere sistemate. Quindi grazie veramente per il tempo e la professionalità che mi/ci regali

    1. Sapere fin dove spingersi è uno degli ultimi talenti che un post produttore conquista, e ahimè non tutti ci arrivano. Una post produzione è buona quando hai di fronte una foto in cui non riesci a capire quali interventi sono stati fatti, in cui la mano dell’operatore è invisibile e la foto è wow. Ti devi fermare prima che il ritocco si percepisca 🙂

Lascia un commento